Le illustrazioni di Marco Brancato sospese tra arte e moda
Marco Brancato, classe 1990, è un illustratore e animatore bolognese. Le sue collaborazioni spaziano tra il mondo dell'editoria, della musica e della moda. Scelto da OREQUO per la sua arte onirica e visionaria, Marco ha contributo alla realizzazione di differenti Collezioni tra cui la nuova Spring/Summer 2024 Malìa.
In questa intervista cercheremo di indagare meglio la sua arte e come essa si relaziona con l'estro creativo del brand.
Come ti sei avvicinato all’arte e come inizia il tuo percorso professionale?
Non c’è un vero e proprio momento di avvicinamento, la creatività è sempre stato il mezzo comunicativo che prediligo. Sin dall’infanzia mi sono espresso al meglio con un foglio e qualcosa che vi lasciasse sopra un segno. Quindi diciamo che per quel che riguarda l’arte è sempre stata un’urgenza che ha poi inevitabilmente portato come conseguenza a sceglierla come professione. Il mio è un percorso piuttosto lineare fatti salvi gli studi scientifici al liceo, ho frequentato l’Accademia e subito dopo l’ISIA di Urbino, un istituto d’eccellenza nel campo della comunicazione visiva e del Graphic design, nel quale ho avuto l’opportunità di formarmi come illustratore e animatore. La professione viene in seguito con tanta esperienza sul campo.
Della tua arte colpiscono molto le corpose pennellate di colore. E’ facile ipotizzare che tale peculiarità venga usata volutamente come strumento comunicativo. Quale importanza ricopre dunque il colore per le tue opere e quali emozioni credi sia in grado di evocare?
Il colore è senz’altro importantissimo nel mio linguaggio ma penso di poter dire in generale in questo mestiere. La scelta di una palette in un qualsiasi progetto è un aspetto cardine nella comunicazione visiva. Le emozioni che questo suscita credo dipendano proprio in base ai diversi lavori e intenti che sono posti in essere, proprio perché non viene trattato in modo casuale ma pensato ad hoc su ogni progetto. Il fatto di trasmetterlo in pennellate più o meno gestuali contribuisce sicuramente a una certa estetica ed espressività dei soggetti rappresentati che sono tipici del mio linguaggio.
Sono molteplici i campi nei quali hai potuto sperimentare il tuo linguaggio artistico: la musica, l’editoria, ma anche la moda. Com’è nato questo sodalizio e che cosa ti ha spinto a voler dare il tuo contributo nel settore del fashion?
La moda è un campo che mi stimola e mi diverte molto, come hai detto ho la fortuna di poter spaziare tanto ma l’aspetto del fashion è spesso curato a prescindere dal campo di applicazione a cui mi sto approcciando, proprio per via di questa mia curiosità nei confronti dell’abbigliamento e della moda. Trovo che sia un aspetto dell’essere umano tra i più interessanti e una forma di comunicazione non verbale straordinaria. Arrivare a curare il design delle fantasie dei capi mi apre ad ulteriori possibilità nella mia indagine personale e quindi è senza dubbio motivo di notevole arricchimento creativo. Non posso chiedere di meglio.
La collaborazione con OREQUO ha visto nascere numerose collezioni, tra le ultime la Collezione SS24 Malìa presentata in anteprima in occasione del recente Roma Showcase. Come si è evoluta nel tempo questa partnership e quale aspetto ti ha arricchito di più, sia professionalmente che artisticamente parlando?
Nel caso della SS24 oltre al divertimento e insieme la dannazione fisiologica che un artista prova nell’esecuzione delle sue opere è stata molto interessante tutta la parte di ricerca a monte, si scoprono e si imparano tantissime cose in questa fase ed è uno dei motivi per cui è bello fare questo mestiere. Sei, un progetto dopo l’altro, in mondi sempre nuovi, diversi, inaspettati che finiscono inevitabilmente per arricchirti proprio come può fare un bel viaggio. Nello specifico abbiamo indagato su leggende e culture diverse legate al tema della foresta, quello che ne è venuto fuori è una tavolozza ricchissima di storie.
Bologna rappresenta la tua casa. Quale caratteristica di questa città ricerchi sempre nel momento in cui ti ritrovi a viaggiare in un posto lontano?
Malgrado ultimamente sia, come per molte altre città, vittima dei tempi che cambiano, Bologna resta la città che mi ha accolto subito dopo gli studi nella totale incertezza e precarietà e con pazienza mi ha permesso di crescere professionalmente e puntare all’obiettivo a un ritmo umano, fatto di tanti sacrifici ma anche di continui stimoli e tanto nutrimento per l’anima (qualsiasi accezione si voglia dare a questa parola). Inoltre ho sempre trovato in Bologna un aspetto unico: tutti ci passano. Per tanto o per poco, per un motivo o per un altro passi spessissimo per quel porto senza mare che è la città di Bologna, e questa cosa la trovo una fonte di ricchezza incredibile. Forse è questo quello che cerco in un qualsiasi posto: l’accoglienza, lo scambio, il nutrimento.
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